Inflazione, tensioni geopolitiche, volatilità spingono sempre più investitori a guardare a soluzioni diverse. Tra queste ci sono i private asset, ovvero gli investimenti alternativi illiquidi che offrono performance più stabili di cui fanno parte: il private equity, il real estate e il private debt. Quest’ultimo è quello che negli ultimi tempi sta raccogliendo il maggiore interesse da parte degli investitori. Ne abbiamo parlato con Roberto Marsella, responsabile private asset di Generali Investments Partners.
Cos’è il private debt
Il private debt è un fondo che investe in tutte le forme di debito ( obbligazioni e prestiti) emesse da società non quotate. e per tale motivo rappresenta anche un’opportunità di crescita per le piccole e medie imprese che hanno difficoltà ad accedere al credito attraverso il tradizionale canale bancario.
I numeri del private debt
Secondo le stime di Preqin ( società privata londinese che fornisce dati finanziari e informazioni sul mercato delle attività alternative), a dicembre 2021 gli asset under management del private debt a livello globale hanno raggiunto 1,2 trilione di dollari, registrando un tasso composto di crescita annuale del 13,5% negli ultimi 10 anni. Tra il 2022 e il 2026 si prevede una crescita del 17,4% all’anno. Il private debt, oggi, rappresenta oltre il 10% del totale degli attivi nel mondo del Private Markets (che oltre al private debt comprende anche il private equity ed il venture capital).
Il private debt in Italia
“In Italia, – spiega Roberto Marsella, responsabile private asset di Generali Investments Partners, – a fine 2021, secondo le rilevazioni dell’associazione italiana del Private Equity e Venture Capital (Aifi), gli investimenti complessivi del private debt ammontavano a 4,6 miliardi di euro, con una raccolta in forte crescita. Nel corso del 2021, rispetto all’anno precedente, la raccolta è quasi raddoppiata: si è passati da 551 milioni del 2020 a 987 milioni di euro. Si tratta del più alto valore storico, mai registrato, grazie al contributo degli investitori individuali che l’anno scorso sono stati la prima fonte di raccolta (il 25% del totale), mentre nel 2020 il loro contributo era stato pressocché irrilevante”.
Il Private debt anche per investitori privati
Il crescente interesse degli investitori individuali per il private debt è l’effetto della nuova legge sui fondi alternativi che ha abbassato la soglia d’ingresso a centomila euro. Una norma che ha favorendo anche il lancio sul mercato di soluzioni di private debt per retail.
Quali possono essere i vantaggi d’investire in un fondo di private debt?
“Tre buoni motivi: rendimento più alto rispetto agli asset di credito liquidi, a parità di rating; contenimento della volatilità; buona diversificazione di portafoglio, – spiega Marsella, -rispetto alle classiche obbligazioni quotate, il private debt offre rendimenti più elevati rispetto agli asset di credito liquidi perché deve compensare l’illiquidità degli asset i quali però, di solito, sono a basso rischio, con un certo grado di protezione rispetto all’innalzamento dei tassi. In genere si tratta di prestiti a tasso variabile elargiti dagli investitori ad imprese non quotate, ma con buoni fondamentali. Per la tipicità degli asset il rendimento del private debt risente meno della volatilità dei mercati quotati e può essere uno strumento utile per realizzare una buona diversificazione di portafoglio. Sempre per le caratteristiche degli asset, rispetto alle altre soluzioni di investimenti illiquidi, il private debt è quello a rischio più basso”.
Il private debt, dunque, si propone come interessante alternativa ai tradizionali investimenti a reddito fisso, ma, in ogni caso, va ricordato che, a diversità degli asset liquidi, il private debt non consente di entrare e uscire dall’investimento quando si vuole, perché non c’è mercato, pertanto si tratta di una soluzione solo per chi ha una buona conoscenza dei mercati e può rimanere investito per lungo periodo.