L’effetto Trump sul dollaro Usa. Il peso della Brexit sulla sterlina. Il possibile impatto delle elezioni francesi e tedesche sull’euro
Sterlina
La moneta inglese, in questo periodo, è la osservata speciale, essendo iniziato l’iter di uscita della Gran Bretagna dall’Europa. Ancora non si sono registrati particolari scossoni sulla sterlina, nonostante la Brexit, che non appaiono particolarmente favorevoli per il Regno Unito. Ciò è spiegabile considerando il fatto che la valuta britannica abbia già perso pesantemente terreno nei mesi scorsi, per una discesa vicino al 15% nei confronti dei principali cambi.
Ma, in ogni caso, sulla sterlina resta aperta più che mai la questione Brexit (con la Scozia sul piede di guerra per un nuovo referendum e l’Irlanda che potrebbe seguire a ruota, mentre sale la tensione in merito alla situazione di Gibilterra). Dal punto di vista tecnico sul cambio EUR/GBP e’ invece in calo questa settimana, anche per via dei dati relativi al PMI del settore manifatturiero UK e di quello delle costruzioni. Entrambi sono stati rilasciati al di sotto delle attese, deludendo gli operatori. L’EUR/GBP è cosi tornato sopra quota 0,85, rompendo la resistenza collocata a 0,855 fino a portarsi verso 0,857. Sul forex market sterlina in calo anche contro il dollaro, con il cable negoziato a 1,243. Focus a questo punto sul PMI dei servizi britannici, che sarà pubblicato mercoledì mattina. Va poi ricordata la fase di debolezza che stanno vivendo la moneta unica ed il dollaro.
Euro e Dollaro
L’euro/dollaro è tornato sotto quota 1,07 . Non è dunque bastato il terzo ritocco rialzista dei tassi negli ultimi 15 mesi da parte della Yellen (Federal Reserve) a ridare slancio alla banconota verde, con il dollar index che naviga poco sopra quota 100, due punti percentuali al di sotto dei 102 raggiunti ad inizio mese.
Il rapporto fra le due valute ha mostrato una volatilità in calo negli ultimi mesi, con le quotazioni che negli ultimi 5 mesi hanno oscillato in un intervallo relativamente stretto, fra 1,035 e 1,086, per poi collocarsi nelle ultime settimane nella parte alta del range, confermando ancora una volta come la parità fra le due valute non sia così facile da raggiungere. Tecnicamente potremo denotare un nuovo segnale di forza da parte della valuta unica con un eventuale ritorno sopra quota 1,08-1,083, mentre il primo supporto chiave è ancora collocato a 1,05, importante area supporto per il cambio.
I fattori chiave nelle prossime settimane che influenzeranno le principali valute
Sul fronte europeo il mercato vede sempre più lontano il rialzo dei tassi da parte di Draghi, soprattutto dopo i dati della passata ottava relativi all’inflazione. Negli States, invece, la battuta d’arresto di Trump relativamente all’Obamacare ha lasciato qualche perplessità sui mercati anche in merito alle forza del premier americano per portare a termine le riforme fiscali
Inoltre, i mercati guardano con una certa apprensione alle elezioni francesi, con l’incognita Le Pen che in qualche modo turba le piazze finanziarie (anche se secondo i bookmarker le probabilità di vittoria sono limitate).
L’altro elemento sotto osservazione è l’inflazione, che sta mostrando un ritorno di forza in vari paesi. In primis negli Usa, dove è ormai al 2,7%, ma anche in Europa, dove viaggia ormai al 2%. Una soglia che potrebbe essere superata nel Regno Unito, con le previsioni che sono per un incremento dello 0,3% su base mensile, da 1,8% a 2,1%, dopo la svalutazione della sterlina seguita al voto relativo alla Brexit. Certamente sulla sterlina peserà anche l’iter di uscita della Gran Bretagna dall’Euro che inizierà il 29 marzo 2017.
Scenario indecifrabile
Per gli investitori, oggi, è complicato decifrare lo scenario, con gli Usa alle prese con il tentativo del protezionismo voluto dal presidente Donald Trump, potrebbe non andare troppo d’accordo con una valuta eccessivamente forte, infatti un “superdollaro” renderebbe piu’ difficile esportare per gli Stati Uniti.
In Europa c’è l’incognita delle elezioni francesi e tedesche e la tenuta dell’eurozona (e conseguentemente dell’euro). Il rischio maggiore, tuttavia, riguarda ancora la sterlina, alle prese con l’incerto evolversi della Brexit.
Come investire sulle valute
Nel mondo delle valute è possibile investire con vari strumenti. Negli ultimi due decenni hanno preso piede i CFD ( acronimo inglese che significa Contratto per Differenza). Si tratta di uno strumento che permette ai trader esperti di operare su numerose coppie valutarie (Cfd sull’euro/dollaro; Cfd euro/gbp per investire sulla sterlina) senza possederle fisicamente, ma consente di speculare sui movimenti dei loro prezzi.
Vantaggio dei CFD sta nel poter frazionare i tradizionali contratti futures.
Rischio: abusare della leva finanziaria solitamente offerta dai broker. E’ invece importante utilizzare sempre il capitale adeguato. E’ molto importante avere piena conoscenza dell’operazione che si sta eseguendo, in modo che questa sia conforme al proprio profilo di rischio. L’alternativa ai CFD sono gli Etc e gli ETF (Exchange-traded fund)
*Capo analista ActivTrades
aggiornato 3 aprile 2017