Cosa sono le obbligazioni subordinate. Le regole per non sbagliare scelta. Le diverse tipologie.
In occasione della crisi di Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti, le obbligazioni subordinate sono finite sotto i riflettori e sono diventate sinonimo di rischio e risparmio tradito, perché vendute a risparmiatori con scarse conoscenze di finanza che le hanno comprate convinti di fare un investimento sicuro.A questo proposito ricordiamo che non esistono strumenti finanziari sicuri al 100% . Anche le obbligazioni ordinarie bancarie, societarie e governative che, in quanto prestiti, dovrebbero essere rimborsate alla scadenza, sono soggette al rischio emittente. Infatti, se l’emittente ( banca, azienda o governo) fallisce, il prestito potrebbe non essere rimborsato, in parte o tutto. Dunque, prima di sottoscrivere una qualsiasi obbligazione occorre tenere gli occhi ben aperti. Le obbligazioni subordinate sono le più rischiose perché, nel caso di problemi finanziari della banca, le subordinate finiscono in coda a tutti gli altri creditori. Cosa vuol dire? Se alla banca non bastano i soldi per soddisfare tutti i creditori, le obbligazioni subordinate non vengono rimborsate.
Le diverse tipologie.
Tier I: sono le obbligazione che vengono liquidate prima delle azioni ordinarie e di risparmio, ma sono subordinate rispetto a tutti gli altri crediti. La cedola può essere cancellata quando non viene distribuito il dividendo agli azionisti.
Upper Tier II: sono rimborsate prima delle azioni e delle obbligazioni TierI. In caso di difficoltà della banca le cedole non saranno cancellate ma solo sospese e pagate successivamente. Hanno una durata minima di dieci anni.
Lower Tier II: durata minima 5 anni. Le cedole sono bloccate solo nel caso di grave situazione d’insolvenza della banca.
Tier III: le meno rischiose. Hanno scadenza breve ( 2 ai 4 anni) non possono essere utilizzate per ripianare le perdite.
Tre regole per non sbagliare scelta.
- Informarsi bene sulla banca o sulla società a cui prestate i soldi
- verificate la solidità dell’emittente, controllando il Cet1 (l’indicatore del capitale primario), tenendo presente che “grande” non significa necessariamente “sicuro”.
- Leggere attentamente il prospetto informativo:
- verificate a quale tipologia appartiene l’obbligazione che vi viene proposta,
- verificate la scadenza dell’obbligazione;
- verificate il rendimento. Diffidate degli alti rendimenti, perché di solito, ad alto rendimento corrisponde un alto rischio.
- Diversificate l’investimento. Non concentrate i risparmi su un’unica obbligazione.