Bce: decisioni su politica monetaria rimandate a dicembre. Rialzo dei tassi dopo l’estate. Nessun aiuto per l’Italia, se non riduce deficit.
La riunione della Bce del 25 ottobre è stata, come da attese, interlocutoria. Il Consiglio non ha discusso di politica monetaria. Se ne parlerà a dicembre. E’ stato confermato che il Quantitative Easing si concluderà a fine anno.
E’ nostra opinione che la Banca Centrale Europea avvierà un ciclo di rialzi moderati da settembre 2019 anche se la crescita dovesse tornare nel trend o poco sotto, perché la politica monetaria resterebbe comunque accomodante.
Indebolimento dei dati macro rispetto alle attese
Draghi ha spiegato che l’andamento dei dati potrebbe essere in parte distorto da alcuni fattori, quali il rallentamento delle vendite di auto in Germania (per effetto dell’entrata in vigore di una nuova normativa sui gas di scarico).
Restano, inoltre, incertezze sul quadro globale e sul possibile incremento della volatilità sui mercati. La BCE esprimerà a dicembre nuove previsioni, quando avrà in mano più informazioni.
Il caso Italia è stato al centro del dibattito, ma le novità sono scarse. Draghi ha detto di essere fiducioso che si trovi presto un accordo sul bilancio, riportando a questo proposito anche l’opinione di Dombrovski che ha dichiarato: “aperto al dialogo nel rispetto delle regole del Patto di Stabilità”. Draghi ha riconosciuto che il rialzo dello spread può mettere sotto pressione il capitale delle banche italiane, ma si è rifiutato di individuare una soglia critica per il differenziale di tasso tra titoli italiani e tedeschi.
Se le decisioni del governo italiano dovessero portare a uno scontro e a un’ulteriore perdita di fiducia da parte degli investitori, la Bce non potrebbe fare molto, perché nulla si può fare per un singolo paese membro che si trova in una crisi di liquidità.
La modalità di soccorso da parte della BCE sono le OMT outright monetary transactions, lanciate nel 2012, nel pieno della crisi sul debito.
Ecco le condizioni per ottenere aiuto da parte della Bce
Le OMT sono attivabili solo sotto strette condizioni, ovvero la firma del famigerato Memorandum of Understanding da parte dello Stato membro che in cambio di una linea di credito ESM accetta un percorso di rientro dagli squilibri macroeconomici.
La concessione di un programma di aiuto è un processo lungo che richiede l’approvazione unanime degli altri paesi membri.
Solo quando la linea di credito è attiva, il paese membro può richiedere l’intervento della BCE. In linea di principio l’attuale meccanismo di gestione delle crisi tramite ESM e BCE dovrebbe bastare ma si tratta di terra incognita.
*Senior economist Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo
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