Si amplia l’offerta dei prodotti di risparmio gestito per investire nell’economia reale, in particolare nelle piccole e medie imprese non quotate. Sono strumenti preziosi per dare una spinta alla ripresa economica dopo il Covid. Ma, si tratta di prodotti illiquidi, adatti a investitori con buone disponibilità finanziarie e un profilo di rischio alto.
Dopo i Pir (piani individuali di investimento) arrivano nuovi prodotti per investire nell’economia reale.
Sono gli Eltif (European long term investment fund) che tradotto significa “fondi di investimento europeo a lungo termine”. I fondi con il passaporto europeo, pensati per convogliare il risparmio dei privati nel mondo delle imprese. In particolare, verso le piccole e medie imprese non quotate.
Proprio per queste caratteristiche, gli Eltif sono prodotti illiquidi e rischiosi adatti quindi a investitori con un profilo di rischio alto.
Caratteristiche degli Eltif
Nati nel 2015 con la pubblicazione del regolamento Ue 760, recepito in Italia con il decreto 233/217 (entrato in vigore nel 2018) gli Eltif di nuova generazione, rispettano anche vincoli e agevolazioni, previsti nel Decreto Rilancio di maggio (n. 34) e nel decreto legge di agosto n. 104.
Regole e benefici
Agli Eltif, in quanto fondi comuni con determinate caratteristiche stabilite nel regolamento Ue, è applicabile l’agevolazione fiscale prevista per i Pir (piani individuali di risparmio):
Esenzione dalle imposte di successione e dall’imposta sul rendimento finanziario, alle seguenti condizioni
- che l’investimento sia detenuto per almeno cinque anni;
- che siano rispettate le soglie massime di investimento che per gli Eltif sono 300 mila euro all’anno e a 1,5 milioni in cinque anni.
- che il fondo, nella composizione del portafoglio, rispetti i vincoli: almeno il 70% del patrimonio investito in strumenti finanziari emessi da imprese italiane ed europee non quotate o quotate in mercati regolamentati diversi dal Ftse Mib e Mid Cap, mentre il restante 30% del patrimonio del fondo può essere destinato ad altri investimenti nel rispetto della disciplina regolamentare degli Eltif.
- che nel fondo sia rispettato il vincolo di concentrazione: ovvero l’investimento in strumenti finanziari emessi dalla medesima impresa non deve superare il 10% del patrimonio totale.
Novità: cancellato obbligo di detenere un solo Pir
Tra le novità introdotte dagli ultimi decreti, c’è l’eliminazione dell’obbligo di unicità. Cosa vuol dire?
- Modificando la regola prevista per i Pir tradizionali gli investitori con il profilo adeguato, in aggiunta a un Pir potranno detenere anche un Eltif, duplicando così i benefici fiscali.
- Il singolo investitore però non può investire in un Eltif più del 10% del suo patrimonio complessivo
L’altra novità riguarda la formula degli Eltif di nuova generazione
Originariamente gli Eltif in quanto prodotti illiquidi, erano tutti fondi chiusi.
In questi casi, le quote possono essere sottoscritte unicamente in fase promozionale o a scadenze intermedie predeterminate.
Oggi, tra le fila della nuova generazione di fondi, ne è già spuntato uno aperto: l’8A+ Real Eltif Italy di Banca Generali che ha introdotto anche un nuovo approccio di investimento multiasset. Una scelta fatta per operare come una sorta di private equity ma con un livello di protezione e diversificazione ancora più accentuato».
Per ora gli Eltif di nuova generazione sono quattro (vedi tabella): Eurizon Italian Fund Eltif che ha già più di un anno; Az Eltif Ophelia (Azimut); 8A+ Real Eltif Italy ( Banca Generali) e HI Algebris Italia Eltif (Hedge Invest).
Ma sulla rampa di lancio ce ne sono già altri: Anima, Amundi. Anche Eurizon, la prima ad essere scesa in campo, conferma il suo impegno nei prodotti per convogliare il risparmio nel mondo delle imprese non quotate.