In uno scenario di tassi a zero, che tali resteranno ancora per qualche tempo, come orientarsi nel reddito fisso? Governativi o obbligazioni societarie? Bot, Btp,Bund o Treasury? I Minibot sono una forma d’investimento? Saranno messi in asta? Lo spiega Angelo Drusiani, gestore monetario di AlbertiniBank.
“In teoria i Minibot sono emissioni di moneta simile ai mini assegni con cui anni fa il sistema bancario italiano cercò di supplire alla mancanza di moneta (allora era la lira) d’ importo basso, da una, cinque e dieci lire. Come gli assegni di basso taglio di allora, anche i Minibot non offriranno alcun rendimento, ma saranno come degli assegni. L’ obiettivo dei Minibot è il pagamento di parte degli stipendi di dipendenti e serviranno per pagare all’Amministrazione pubblica imposte, tasse e quant’altro. La circolarità dei Mini Bot potrebbe essere estesa anche al pagamento degli acquisti che le persone effettuano presso negozi, supermercati. Al momento, in ogni caso, informazioni più dettagliate non sono disponibili.
Per ora non è in previsione l’assegnazione in asta di questa tipologia ipotetica di strumenti : ne consegue che non vi sono notizie su chi potrebbe acquistarli o fare una previsione di rendimento”.
I Bot continuano a non offrire rendimento, dunque per recuperare qualche euro qual è l’alternativa?
“In effetti i Bot pagano, per la durata semestrale, un rendimento negativo. Nonostante ciò, la richiesta da parte degli investitori nazionali ed internazionali è abbastanza elevata. Il fenomeno non sorprende perché il rendimento del nostro buono del tesoro semestrale è di poco inferiore al rendimento negativo offerto dal titolo governativo tedesco con scadenza decennale.
È pur vero che il grado di rischiosità del titolo di Stato italiano è sensibilmente superiore a quello tedesco, ma 180 giorni di investimento contro i 10 anni rappresentano un gap rilevante.
Per chi dispone di modeste somme liquide, i depositi bancari (detti anche salvadanai virtuali) sono decisamente competitivi, anche perché l’imposta di bollo è decisamente inferiore a quella che si pagherebbe, acquistando BOT.
Gli investitori con disponibilità più elevate, possono diversificare il portafoglio anche attraverso strumenti con rendimento negativo, purché, come nel caso dei BOT, il rendimento sia quantificabile a priori”
E per i Btp che hanno rendimenti quantificabile, ma una durata più lunga come bisogna regolarsi?
“La problematica che investe i titoli di Stato italiani non è legata alla prospettiva dei rendimenti ( che in area euro si manterranno su livelli medio bassi) ma sulla fiducia che gli investitori internazionali ripongono nella gestione del debito pubblico del nostro Paese. Non a caso, ora il rendimento del titolo decennale italiano e di quello greco hanno valori molto vicini, pur essendo due Paesi con prospettive economiche assai diverse e più favorevoli per l’Italia, in una fase economica parzialmente cedente.
La scelta d’investimento è legata alla personale propensione al rischio del risparmiatore. Chi dispone di una buona propensione al rischio, può prediligere le lunghe durate. Chi non vuole rischi eccessivi, deve accontentarsi di investimenti a medio o breve periodo, nella consapevolezza che tra commissioni e bolli su deposito titoli rischia di investire su strumenti con rendimento negativo”.
Governativi italiani, europei, americani, quali sono i più interessanti?
“In ambito eurozona le emissioni sono interessanti, a seconda dell’ottica con cui si investe, e della propensione al rischio. In ambito mondiale, subentra un’ulteriore problematica, che fa riferimento ai rapporti di cambio.
La soluzione migliore sarebbe suddividere il patrimonio tra emissioni di natura. Titoli italiani e greci, per chi cerca un rendimento medio alto, titoli tedeschi per chi sceglie la sicurezza, pur nella consapevolezza di investire a tasso negativo. Titoli statunitensi, avendo cura di seguire con molta attenzione la dinamica del rapporto di cambio tra euro e dollaro USA.
In prospettiva, il Presidente degli Stati Uniti ha indicato la via che la Banca Centrale di Washington dovrà seguire, per ridare spinta all’economia a stelle e strisce. Ne consegue che se i tassi USA verranno ridotti via via, la moneta di Washington potrebbe risentirne negativamente, svalutandosi contro la moneta unica europea. Mettendo a rischio, in tal caso, la redditività dell’investimento. Analoga è la situazione per i titoli governativi dei Paesi emergenti, le cui valute esprimono valori legati all’andamento del dollaro. In pratica, per forte propensione al rischio, titoli a redditività medio alta e investimenti in dollari USA. Per propensione al rischio modesta, meglio scegliere eurozona e durate massime tra 5 e 7 anni”.
Nel reddito fisso quali sono le obbligazioni più interessanti?
“Vale quanto detto per le emissioni in eurozona. In ambito obbligazionario i maggiori rendimenti si ottengono investendo in emissioni bancarie, assicurative e obbligazioni subordinate che spesso hanno una scadenza definita perpetual.
Quasi tutti gli strumenti con questa caratteristiche vengono collocati per importi minimi pari a 100mila euro, ma, negli ultimi tempi, anche 200mila euro.
Si tratta di prodotti adatti a portafogli capienti e gestiti con alta propensione al rischio.
In assenza di queste peculiari caratteristiche, i rendimenti non si discostano granché da quelli offerti dai titoli governativi.
Fino a che i tassi ufficiali si manterranno allo zero, o di poco superiori, l’investimento in titoli obbligazionari produrrà rendimenti contenuti e solo con durate medio lunghe, a partire da investimenti decennali, si potranno incamerare redditività di livello medio alto, se paragonato agli attuali tassi d’interesse.