E’ il nuovo piano individuale di risparmio (Pir) per investire nelle pmi italiane non quotate. Obiettivo sostenere la ripresa. Ne parla Paolo Langé, presidente di Aipb (associazione italiana di private banking)
Il Pir Alternativo è il nuovo strumento d’investimento lanciato dal decreto legge “Rilancio” ( art 136), con l’obiettivo di convogliare il risparmio privato nelle pmi italiane non quotate. Così da sostenere la ripresa economica dell’Italiana.
Il Pir Alternativo si affianca ai tradizionali Pir tradizionali già sul mercato, ma con qualche differenza:
1- composizione del portafoglio
- investono direttamente o indirettamente il 70% in strumenti finanziari emesse da pmi non quotate (nei Pir tradizionali il 70% deve essere investito in pmi quotate e solo il 5% del 70% in pmi non quotate);
- possono investire in qualsiasi strumento anche illiquido, tipico degli Eltif, fondi chiusi di private equity, fondi di private debt (strumenti in cui non possono investire i Pir tradizionali che possono investire solo in strumenti liquidi)
- possono investire nei crediti delle medesime imprese e nei prestiti a esse erogati, con il limite del 20% per singola impresa (nei Pir classici il limite è del 10%).
2- durata d’investimento
- dieci anni ( cinque nei Pir tradizionali)
3- importo massimo d’investimento
- 150 mila euro all’anno fino a 1.5 milioni in dieci anni (nei Pir tradizionali è 30 mila all’anno fino 150 mila euro in cinque anni)
Restano invariate le agevolazioni fiscali
- esenzione dalla tassazione sugli utili, interessi, cedole e dividendi generati dall’investimento
- esenzione delle imposte di successione.
Lo sconto fiscale è concesso solo se l’investimento è mantenuto per cinque anni nei classici e dieci anni negli alternativi.
In caso di disinvestimento anticipato non si potrà usufruire dei benefici fiscali
Il Pir alternativo è adatto a un investitore evoluto con un profilo di rischio medio-alto, con un orizzonte temporale lungo e un sostanzioso portafoglio di cui il Pir alternativo rappresenta solo una percentuale, come elemento di diversificazione e che rientra in una pianificazione concordata con il consulente finanziario.
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