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Tassa extraprofitti: cosa ne pensano le banche

Banche: tassa su extraprofitti

Lunedì 7 agosto il Governo ha deciso un  prelievo fiscale  nella misura del 40%, sugli extra profitti  delle banche del 2022 e 2023, (non già dei profitti in generale), con l’obiettivo di ridurre il carico delle rate dei mutui degli Italiani. Secondo le banche  la manovra non sarà così efficace.

Se l’obiettivo del Governo è favorire una vera redistribuzione fiscale e moderare degli eccessi speculativi delle banche, la finanza etica e molte associazioni in tutto il mondo, propongono da anni l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie, anche di importo minimo ad esempio pari allo 0,05%, che avrebbe l’effetto di scoraggiare la turbofinanza e i suoi ormai evidenti effetti nefasti e di generare un gettito costante da utilizzare per politiche di giustizia sociale e lotta ai cambiamenti climatici.

Una misura di questo tipo naturalmente dovrebbe essere presa a livello internazionale e richiede una vera riforma finanziaria e non una misura una tantum come si è voluto fare con questo decreto.

La proposta di Banca Etica

L’obiettivo di dare sollievo ai mutuatari in difficoltà a causa dell’aumento dei tassi, secondo Banca Etica, potrebbe essere perseguito così:

Se il maggior valore dell’utile della banca non viene distribuito, ma rimane all’interno della stessa questo consente di fronteggiare meglio gli effetti di aumento dei crediti problematici attraverso maggior solidità patrimoniale in grado di assorbire le perdite da crediti; politiche di riduzione dei tassi ai clienti debitori come politiche anche commerciali di tutela del cliente, oltre a dare alle banche maggior forza per potenziare la leva del credito bancario come elemento di sostegno alla crescita economica del Paese”, precisa Anna Fasano, presidente di Banca Etica.

 

 

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