Le gestioni patrimoniali sono contratti che prevedono da parte del cliente il rilascio di delega a un intermediario finanziario per la gestione del proprio patrimonio.
Caratteristiche e vantaggi li spiega Andrea Ragaini vicedirettore generale di Banca Generali
Le gestioni patrimoniali sono una forma d’investimento personalizzato sulle esigenze del singolo investitore che affida mandato di operare gli investimenti a un professionista (SGR, SIM e banche autorizzate). L’investitore può scegliere i mercati e le linee d’investimento
La personalizzazione degli investimenti è l’elemento che differenzia le gestioni patrimoniali dai fondi comuni d’investimento che sono gestiti in base alla visione del gestore.
Due le principali tipologie:
– Gestione Patrimoniale Mobiliare (GPM): il patrimonio viene investito prevalentemente in strumenti finanziari “classici” (azioni, obbligazioni…);
– Gestione Patrimoniale in Fondi o Sicav (GPF/GPS): il patrimonio viene investito prevalentemente in quote di organismi di investimento collettivo del risparmio: fondi comuni, SICAV, ETF.
Gestioni patrimoniali “a benchmark”: il gestore deve confrontarsi con il parametro di riferimento (benchmark) e in uno scenario di mercato negativo il gestore è “bravo” se perde meno del benchmark, ancora meglio se riesce a fare meglio del benchmark .
Gestioni patrimoniali “a ritorno assoluto” puntano all’ottimizzazione del rendimento ed è totalmente svincolata da parametri di riferimento. Il rendimento è legato al livello di rischio degli asset in cui si decide d’investire. Maggiore è il rendimento che si vuole ottenere maggiore è il rischio che si deve correre. Prima del processo d’investimento l’investitore deve quindi scegliere tra diversi livelli di rischio che è disposto ad assumersi: basso, medio, alto.