Cosa ha detto Draghi nell’ultima riunione della Bce. Cosa si attendono i mercati per l’ultimo trimestre 2018?
Come da nostre attese, la riunione Bce dello scorso giovedì si è conclusa senza novità di rilievo sulla gestione della politica monetaria. Inoltre il Consiglio ha lasciato invariati i tassi, confermando che rimarranno sui livelli attuali per tutta l’estate 2019 e, in ogni caso finché sarà necessario per sostenere il ritorno dell’inflazione al target nel medio periodo.
La Bce ha confermato che gli acquisti del debito sovrano terminerà dopo dicembre, se i dati confermeranno lo scenario di graduale aumento dei prezzi nei prossimi mesi.
Nessuna novità anche sui riacquisti. Draghi ha specificato che la discussione non ha toccato eventuali modifiche alla politica di reinvestimento. Draghi ha detto che manterrà invariata la comunicazione sui riacquisti fino a quando il Quantitave Easing sarà alle porte. Questa affermazione conferma l’approccio prudente di normalizzazione della politica monetaria. Ad oggi non sembra esservi urgenza.
Per quanto riguarda l’operazione “twist” da parte della Bce come fece la Fed nel 2011 per limitare l’innalzamento dei tassi a lungo termine vedi Let’s do the Twist . Gli operatori si attendono questa operazione twist che potrebbe rassicurare i mercati nel caso in cui, finito il QE, dovesse verificarsi un rallentamento dell’economia e/o un restringimento indesiderato delle condizioni finanziarie. Ingegnare un “twist europeo” non sarebbe, però, così banale. La regola degli acquisti in base alle quote capitale sarebbe difficilmente derogabile, ma di per sé non esclude un twist. La principale difficoltà è che un’operazione di questo tipo sarebbe in contrasto con il principio di essere “neutral along different maturity spectrum”, che la BCE ha sempre sottolineato, inoltre non va trascurato che nella zona euro non vi è una sola yield curve.
Riguardo il rischio Italia, Draghi ha dichiarato che per la Bce, vale la posizione dei ministri delle finanze Tria e degli esteri, Moavero Milanesi. In ogni caso, anche negli episodi recenti di pressione sullo spread non si è visto un contagio significativo ad altre aree. Draghi ha anche ribadito che la ratio del QE era contrastare il rischio di deflazione non di limitare l’allargamento del premio al rischio sui titoli di alcuni paesi della periferia.
Riguardo la valutazione dello scenario macro la Bce ha confermato la fase di espansione moderata e graduale aumento dei prezzi interni.Le stime di crescita 2018- 2019 sono state riviste al ribasso su attese di crescita meno vivace della domanda estera, in parte per effetto del recente apprezzamento dell’ euro, in particolare verso la lira turca. I rischi sono ancora valutati come bilanciati, ma si sottolinea l’accresciuto rischio di una deriva protezionistica, le pressioni sugli emergenti ed in generale l’aumento della volatilità sui mercati finanziari.
Per quanto concerne le stime di inflazione il messaggio è di maggiore fiducia in un aumento dei prezzi verso il target anche dopo la fine degli acquisti.
In conclusione
Non si prevedono novità dalla Bce fino a inizio 2019. Il Consiglio non ha interesse ad alterare la guidance sui riacquisti. Per quanto riguarda i tassi, pensiamo che la Bce voglia disfarsi della politica di tassi negativi quanto prima e che attenda conferme del rialzo dei prezzi interni nei primi mesi del 2019.
*Senior economist Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo
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