Draghi: lo spread danneggia le banche e il risparmio degli Italiani. FtseMib sotto pressione. Brexit in alto mare. Oro Argento Petrolio, chi sale chi scende.
Mario Draghi, presidente della Bce a margine nella conferenza stampa del 25 ottobre ha toccato lo spinoso tema Italia, sottolineando come la crescita dello spread stia danneggiando le banche e di conseguenza il risparmio degli Italiani.
Nonostante ciò, la Bce non potrà piegarsi alle esigenze di un singolo paese. Draghi si è anche detto – a titolo personale – fiducioso sulla possibilità di trovare un accordo.
L’ Italia, resta ancora sotto pressione, con l’indice Ftse Mib che naviga ormai ampiamente sotto quota 20.000 punti.
Per gli amanti delle statistiche, sottolineiamo che da maggio,(cioè da quando è stata annunciata l’attuale coalizione di governo), l’indice italiano ha lasciato sul terreno il 25%.
Dai massimi, la soglia del 20% di ritracciamento è stata ampiamente superata, ponendo l’Italia in un mercato orso, mentre quasi tutti i grandi paesi (ad eccezione della Cina) restano ancora in uno scenario toro, ossia con una correzione entro il 20% dai massimi.
Cosa preoccupa i mercati
Le tematiche che inquietano i mercati sono numerose.
- Sul fronte europeo: la ripresa appare relativamente debole, mentre prosegue l’avanzata dei partiti populisti. La questione Italia, poi, appare scottante, anche perché le discussioni fra Governo ed UE non sembrano destinate ad avere vita breve, né di facile soluzione. Il deficit al 2,4% indicato nella manovra finanziaria ha ottenuto una pronta bocciatura da parte di Bruxelles, riportando oltre 300 punti lo spread fra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi
- Sull’indice Ftse Mib, le conseguenze sono state abbastanza evidenti, con nuovi ribassi, soprattutto per il comparto bancario, quello più esposto alle potenziali crisi che sarebbero generate da un ulteriore incremento dello spread. Numerosi istituti, infatti, con uno spread stabilmente sopra i 450-500 punti dovrebbero ricapitalizzarsi, con ulteriori discese in borsa. (grafico discesa del Ftse Mib)
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- Sul fronte britannico, la Brexit ancora non trova una soluzione, mentre negli ultimi giorni l’Arabia è nell’occhio del ciclone per la sparizione e l’omicidio del giornalista Khashoggi, che potrebbe provocare una reazione americana (con ampie conseguenze anche sul mercato petrolifero). Nel frattempo, proprio negli Stati Uniti, si avvicinano le elezioni di mid-term, con possibili impatti sui mercati finanziari, mentre la borsa americana pare aver le batterie un po’ scariche, dopo mesi di rialzi.
Oro, Argento, Petrolio
In questo scenario, dopo mesi di oblio, l’oro è tornato nel mirino degli investitori, quasi all’improvviso. E non lo ha fatto in un momento casuale, ma proprio nel giorno in cui i listini americani hanno fatto registrare cali nell’ordine del 4%. Sinora le quotazioni del prezioso erano state frenate dai rialzi dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve e dalle interminabili salite delle borse americane. Nelle ultime sedute, però, qualcosa pare essere cambiato. Il metallo giallo, infatti, ha dapprima superato quota 1.200, per poi accelerare oltre la soglia dei 1.210 dollari l’oncia, che aveva ripetutamente frenato le velleità rialzista auree nelle ultime settimane. In altre parole quando torna la paura sui mercati, l’oro si riscopre protagonista.
Anche l’argento ha provato lo sprint, ma con meno impeto, salendo comunque oltre i 14,50 dollari.
Nonostante le vicende legate all’Arabia (ed alle possibili ripercussioni future), il petrolio è reduce da ampi ribassi. L’oro nero (vedi grafico) dopo mesi di rialzi, ha perso il 15% dai massimi, scivolando sotto i 70$ al barile (quotazione WTI), mentre il Brent viene scambiato a 76,5$.
Capo Analista ActivTrades
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