Dollaro, Euro, oro e petrolio gli osservati speciali della settimana. Cosa potrebbe succedere e come conviene muoversi?
Dollaro
La settimana scorsa il dollaro ha continuato ad apprezzarsi sul mercato valutario, in particolare contro l’euro raggiungendo la quota di 1.05 che non si vedeva da marzo 2015. Ora c’è da chiedersi se si arriverà a questa famigerata parità. Occorre però fare attenzione al fatto che i prezzi attuali scontano le attese mosse della Banca Centrale Europea e della Fed ovvero:
- un’estensione fino a settembre 2017 del quantitative easing della Banca Centrale Europea (la conferma arriverà nella prossima riunione di giovedì 8 dicembre)
- un aumento dei FED funds nella riunione del 13-14 dicembre
Nel caso di mancanza di una di queste due ipotesi, l’Euro potrebbe tornare ad apprezzarsi, dopo tre settimane di forte debolezza
L’ impatto del dollaro sull’Oro
La forza del dollaro ha causato anche un forte deprezzamento dell’oro, portando le quotazioni al minimo di sei mesi, abbondantemente sotto quota $1200 per oncia. Ma, appena gli indici azionari statunitensi storneranno dai nuovi massimi storici, l’oro tornerà ad essere ricomprato.
Settimana decisiva per il Petrolio
Questa settimana sarà decisiva per i movimento del petrolio: entro mercoledì 30 novembre sapremo se alla riunione di Vienna i Paesi appartenenti all’OPEC decideranno o meno di congelare i livelli di produzione. Questa notizia è davvero molto attesa, sono ormai 8 anni che l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio non trova un accordo sui livelli di produzione.
Un eventuale accordo, come previsto dal recente summit di Algeri, farebbe ripartire le quotazioni del petrolio, con i contratti Brent e WTI che potrebbero iniziare un rally almeno in parte simile a quello che è partito quest’anno a metà febbraio. Un eventuale accordo per abbassare i livelli di produzione farebbe inoltre tornare un forte interesse sulla produzione dello shale oil negli USA, facendo tornare un forte interesse su un settore che è rimasto fortemente penalizzato per tutto il 2016, a causa del crollo dei prezzi del petrolio.
Come investire
Per seguire l’andamento dell’euro/dollaro, si può utilizzare Etf USA con ticker FXE. Gli investitori più esperti che fanno trading, possono usare anche il CFD(contratti per differenza) dei broker online che mettono a disposizione il prezzo spot e l’utilizzo della leva finanziaria. E’ però indispensabile conoscere bene il funzionamento della leva.
Per investire sull’oro, l’ETF (Exchange traded funds) più liquido è l’ETF SPDR Gold Shares che ha come ticker GLD, quotato in dollari. Per eliminare il rischio cambio, i più esperti, possono investire con i CFD che sono quotati sia in valute diverse, sia in euro.
Per puntare sul petrolio un ETF molto scambiato è il ticker USO, sempre quotato negli USA, in dollari. Anche in questo caso i più esperti possono utilizzare i CFD.
Osservazioni.
Il problema degli ETF e degli ETC è che hanno sempre diverse scadenze rispetto ai futures. Inoltre, ci si potrebbe trovare di fronte al fatto che nonostante il prezzo del sottostante non si muova o si muova poco, il loro prezzo diminuisce in una maniera più considerevole, per il famoso effetto “contango” . Prima di decidere per un Etf (Exchange Traded Fund) o un Etc (Traded Commodity) è anche consigliabile capire come l’emittente effettua il pricing.
Il prezzo dei CFD (Contratti per Differenza), invece, segue fedelmente l’andamento dell’attività sottostante. I Cfd, però, utilizzano l’effetto leva e per questo motivo sono prodotti che devono essere utilizzati da investitori esperti che conoscono bene il funzionamento della leva . Per imparare si può frequentare il percorso formativo che molti broker online offrono.
*Swissquote
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