Nonostante la guerra e l’incertezza la Banca Centrale Europea ha confermato l’accelerazione del processo di normalizzazione della politica monetari. Quali saranno gli impatti sui tassi,inflazione e pil?
la BCE chiude a marzo gli acquisti PEP e a giugno TILTRO III
Commento di Luca Mezzomo, Responsabile Analisi Macroeconomica di Intesa Sanpaolo
“Le prime valutazioni dell’impatto economico di quest’ultima appaiono molto miti, almeno nello scenario centrale di previsione.La BCE si tiene una via di fuga aperta, non impegnandosi a un dato livello di acquisti netti nel terzo trimestre (come immaginavamo) e precisando che anche l’intervallo temporale tra la fine degli acquisti e il primo rialzo dei tassi dipenderà dai dati.
Come da attese, è stata confermata la chiusura al 31 marzo degli acquisti netti PEP (il programma di acquisto dei titoli per l’emergenza pandemica) .
In linea con le attese è arrivata anche la conferma che a fine giugno finiranno le operazioni TLTRO III (l’asta mediante la quale vengono erogati prestiti quadriennali alle banche dell’Eurozona con rendimento di poco superiore a quello del tasso di riferimento)
Invece, non ci si attendeva un’accelerazione nella chiusura degli acquisti netti APP, che invece c’è”.
Nel dettaglio:
- Nel secondo trimestre, gli acquisti netti APP vengono confermati a 40 mld mensili in aprile, ma poi saranno ridotti a 30 miliardi in maggio e a 20 miliardi in giugno.
- Nel terzo trimestre, il volume di acquisti netti dipenderà dai dati. Se questi confermeranno l’aspettativa che lo scenario di medio termine non si indebolirà dopo la fine degli acquisti netti, allora gli acquisti netti APP saranno interrotti “nel terzo trimestre”.
Tassi, Pil e inflazione
La BCE ha modificato il processo dei rialzi dei tassi: il primo avverrà “un po’ di tempo dopo” la fine degli acquisti netti. I rialzi saranno “graduali”.Data l’incertezza dello scenario i rialzi saranno effettuati in base alla normalizzazione del contesto.
Per il Pil del 2022 le previsioni della Bce sono ottimistiche, alla luce dei forti rincari osservati sull’energia. La crescita del PIL è prevista al 3,7% nel 2022, con un rallentamento a 2,1% nel 2023.
Le previsioni dell’inflazione della Bce è per il 2022 a una media annua del 5,1% nel 2022 e del 2,1% nel 2023. La previsione 2024, rivista al rialzo di un decimo, è appena inferiore al 2%. Malgrado la revisione, le nuove proiezioni di inflazione restano inferiori alle nostre su tutto l’orizzonte previsionale.
Due scenari alternativi per effetto dell’evoluzione della guerra
Sono stati previsti anche due scenari alternativi, uno avverso e uno severo.
Nello scenario avverso, la BCE incorpora riduzioni persistenti nelle forniture di gas russo, con temporanei effetti negativi sulla produzione. In tale scenario, la crescita 2022 del Pil risulta inferiore allo scenario base di 1,2 punti mentre l’inflazione è più alta di 0,8 punti.
Nello scenario severo, la BCE assume una reazione più intensa dei prezzi dell’energia e maggiori effetti finanziari: ne risulta una crescita più bassa di 1,4 punti e un’inflazione più alta di 2 punti, oltre a una maggiore persistenza temporale degli effetti.