Il bitcoin non è un investimento tangibile. E’ scoppiata la bolla? Quali sono i rischi? Il parere di Roberto Russo, amministratore delegato di Assiteca Sim
“Parlare di crollo, ovvero di una perdita del 50% circa nel 2018 del bitcoin si era apprezzato del 2000% circa nell’anno 2017 e del 3400% dal 2015 al 2017, mi sembra fuorviante, – spiega Roberto Russo, amministratore delegato di Assiteca Sim, – piuttosto parlerei dello scoppio di una bolla speculativa alimentata anche dai mass media, i quali hanno colpevolmente dato enfasi ai rialzi irragionevoli di cui è stato protagonista il bitcoin insieme alle altre criptovalute contribuendo alla generazione l’effetto superenalotto sui piccoli risparmiatori che, come tipicamente accade, sono poi le vere vittime dei crolli come quello del bitcoin al quale abbiamo recentemente assistito.
Bitcoin: non rappresenta un investimento tangibile.
“Ciò che giustifica oscillazioni, anche ampie, di una qualsiasi attività finanziaria è che essa esista nel mondo reale e, cosa ancora più importante, che abbia un valore intrinseco o contabile di riferimento. È dunque possibile attribuire un prezzo e quindi acquistare o vendere azioni, obbligazioni e materie prime, perché innanzitutto esistono nel mondo reale anche se, grazie all’avvento della tecnologia, sono in gran parte espresse in formato elettronico. Il bitcoin, non essendo un bene produttivo di valore non può rappresentare un investimento tangibile, poiché di fatto non genera guadagni e non paga alcun dividendo; il suo valore intrinseco è addirittura negativo in quanto occorre sostenere ingenti costi sotto forma di consumo energetico per produrlo attraverso il complicato meccanismo del “mining”. Inoltre a mio parere esso è agli antipodi del concetto di valuta in quanto sta provocando un ingente trasferimento di ricchezza a vantaggio di pochi soggetti alterando la regola basilare su cui è fondato lo scambio di beni e servizi dietro corresponsione di un prezzo che è la stabilità del potere di acquisto del mezzo di pagamento.
Per i motivi appena descritti più che fare previsioni sulle future oscillazioni del prezzo del bitcoin, ritengo che le criptovalute non abbiano un futuro e che quindi siano destinate a scomparire”.
I rischi che si nascondono dietro al bitcoin
“L’attuale vuoto legislativo in materia lascia aperte alcune questioni molto delicate: ad esempio le fluttuazioni record del prezzo alle quali stiamo assistendo negli ultimi mesi rappresentano il terreno ideale per gli affari di numerose piattaforme illegali di trading online di bitcoin che richiedono l’apertura di conti presso filiali di banche residenti in paesi iscritti nella cosiddetta “black list” dei paradisi fiscali con il risultato che gli ignari risparmiatori, al momento della richiesta di riaccredito delle somme presso il proprio istituto di credito, si trovano vittime di una truffa in quanto non gli viene restituito il danaro e risulta di fatto impossibile recuperarlo.
Inoltre, il complesso processo che regola gli scambi commerciali in bitcoin all’interno della rete informatica rende di fatto più facile nascondere l’identità di chi effettua le transazioni, determinando un concreto rischio sull’utilizzo della “moneta virtuale” come mezzo di pagamento nelle mani della criminalità”.