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Gli effetti di Theresa May sulla sterlina e sulla Brexit.

Gli effetti del volto inglese sulla sterlina salvadenaro

Quali effetti avranno sulla sterlina i risultati delle urne inglesi? Parla Carlo Alberto De Casa in un’intervista su www.repubblica.it

Ecco uno stralcio dell’intervista rilasciata da Alberto De Casa, capo analista di ActiTrades a www.repubblica.it

In questo voto politica e finanza si intrecciano. Dal punto di vista finanziario i fattori chiave che emergono sono la debolezza della sterlina, ma anche nuove incertezze sul tema Brexit. Per quanto riguarda la sterlina, si è registrato un crollo del 2% nel giro di pochissimi minuti non appena sono stati pubblicati i primi exit polls ieri sera. Lo scenario di un parlamento bloccato era quello meno gradito ai mercati, che avrebbero voluto maggiori certezze. Questo voto aumenta i dubbi su ogni tematica. Inclusa quella della Brexit. I mercati si chiedono – per il momento senza trovare grandi risposte – quale sarà la linea britannica con Bruxelles. La posizione politica del Regno Unito appare al momento indebolita dalla mancanza di una chiara leadership.

Vediamo la sterlina indebolirsi, ma i mercati azionari e tutto sommato obbligazionari, fare spallucce: perché?
Di fatto il voto della Brexit, le elezioni americane ed anche quelle francesi (con l’avanzata della Le Pen) erano dei voti “internazionali”, con ampie ripercussioni su scala globale. Questo voto ha mantenuto un carattere nazionale. Le reazioni maggiori le abbiamo viste sulla sterlina, mentre i mercati azionari ed anche l’oro hanno mostrato movimenti decisamente minori. Il FTSE 100, la Borsa londinese, è sostenuto dalla sterlina debole (l’80% dei profitti delle aziende di questo paniere è in valuta diversa dalla sterlina, quindi un indebolimento della sterlina è nominalmente positivo per i bilanci di queste aziende).

Come influiranno i nuovi rapporti di forza parlamentari sulla trattativa per Brexit?
Bisogna vedere che tipo di governo si formerà. Se avremo l’alleanza della May con gli Unionisti, per un governo debole. Oppure un’insolita “Grosse Koalition” fra laburisti e conservatori. L’unica certezza è l’indebolimento della posizione della May. Questo in qualche modo toglie forza anche alla linea di una hard Brexit.

Quali sono gli asset di mercato che potrebbero beneficiare da una trattativa meno “dura”?
Nei mesi scorsi abbiamo visto la sterlina apprezzarsi ogni volta in cui la Brexit sembrava più morbida. Conseguentemente anche l’obbligazionario britannico potrebbe beneficiare di questo. Ma i rischi sul cambio restano elevati, con l’economia britannica che nello scorso trimestre ha mostrato una crescita in frenata a +0,2%, mentre l’inflazione continua a correre.
 
Un approccio più morbido alle trattative forse non sarebbe male per la City: già Bruxelles chiede di far rientrare l’attività di Euroclearing nell’Unione, forse con un confronto meno muscolare, ci saranno meno rischi per le grandi istituzioni finanziarie e quindi meno fughe da Londra…
La City spera in una Brexit più morbida e questo non è certo un mistero. Al tempo stesso, però, vuole anche punti fermi. Questo voto ha regalato molte incertezze e rischia di portare nuovi ritardi nelle negoziazioni della Brexit. Lo scenario resta complesso.

L’intervista completa:

http://www.repubblica.it/economia/2017/06/09/news/voto_uk_intervista_analista_finanziar-167653252/

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