In trent’anni gli Etp (Exchange Traded product) che comprendono anche gli Etf (Exchange Traded fund), si sono moltiplicati in tipologie e patrimonio. Al 31 marzo 2024 valevano più di 12.700 mila miliardi di dollari.
Cosa sono gli Etf
Nati come replicanti passivi di indici Borsistici, gli Etf, il cui acronimo è Exchange Traded Fund, ovvero fondo scambiato in Borsa come un’azione, negli anni si sono evoluti e moltiplicati per tipologia e strategie, anche sofisticate e sono diventati un interessante asset d’investimento che sta conquistando un crescente numero di risparmiatori. I motivi sono diversi.
Prima di tutto perché sono strumenti contraddistinti da un valido rapporto costi-benefìci:
- il costo medio annuo degli Etf azionari domiciliati in Europa è dello 0,3% e dello 0, il costo degli obbligazionari. Il costo delle strategie più sofisticate sono leggermente più elevati e variano a seconda del prodotto ma sono comunque costi contenuti
- gli Etf, sono strumenti liquidi, ovvero facilmente negoziabili, si comprano e si vendono in tempo reale sull’ETFplus il mercato di Borsa, ma non avendo scadenza, possono anche essere tenuti in portafoglio per tempi medio-lunghi.
- consentono una elevata diversificazione di portafoglio. Con gli Etf si può investire su tutti i mercati, aree geografiche; settori economici; materie prime; metalli preziosi, obbligazioni. Con un solo Etf si investe su un intero mercato e quindi questi strumenti contribuiscono a una buona diversificazione del portafoglio, oltre a poter attuare una serie di operazioni tattiche e strategiche. Non basta, tuttavia, comprare un Etf per guadagnare. Per scegliere quello giusto per una determinata fase di mercato, occorre conoscere bene il mercato e comprenderne le tendenze e valutare le diverse caratteristiche dell’Etf: composizione, patrimonio e storia.
Come scegliere gli Etf
1 La prima regola che vale per tutti gli strumenti d’investimento, è valutare la propria propensione al rischio. La componente azionaria, si sa, è più rischiosa, adatta a investitori più aggressivi che puntano a una crescita elevata del patrimonio.
2 La seconda regola è non concentrare tutto il patrimonio su un unico Etf, ma diversificare su più Etf Ai risparmiatori poco esperti, conviene mantenersi sugli etf passivi tradizionali a replica fisica, dove è più facile controllare la composizione.
3 La terza regola: Controllare la replica
La replica fisica dell’indice è fatta dall’emittente, costruendo un paniere con tutti o parte dei titoli dell’indice di riferimento. Per questo motivo due etf che replicano lo stesso indice potrebbero riportare performance diverse.
La replica sintetica è un accordo tra l’emittente dell’Etf e una controparte che si impegna ad acquistare e detenere i titoli e si impegna a pagare la performance dell’indice. Questi ETF non detengono nessun titolo dell’indice che si propongono di replicare.
4-La quarta regola: Valutare gli Emittenti che giocano un ruolo importante nella composizione della replica. Gli Emittent si differenziano per dimensione, competenze e core business Conviene valutare anche loro, anche se gli Etf non sono soggetti al rischio emittente. Per legge, infatti, il capitale è di proprietà esclusiva dei possessori delle quote e, nell’ipotesi di insolvenza dell’emittente, il patrimonio dell’Etf non viene intaccato.
Le tipologie
Azionari: replicano tutti gli indici borsistici: quelli composti con i titoli delle società di tutto il mondo (come Msci World) e quelli che si concentrano sulle società delle singole aeree geografiche (Europa, Usa, Paesi emergenti, Asia). Consentono di investire in tutti i settori economici (tecnologia; finanziari; industriali; immobiliare; energia, salute, materiali ecc); in tutte le aree geografiche, anche in quelle che altrimenti sarebbero difficilmente raggiungibili.
Obbligazionari: replicano indici composti da obbligazioni emesse da banche e società (corporate); indici composti dai titoli di stato emessi dai governi di tutti i Paesi; indici composti da titoli di debito emessi da società con basso rating creditizio che offrono rendimenti più elevati perché comportano un maggior rischio di insolvenza, rispetto alle società con rating più elevati (high yield)
Etc ( exchange traded commodities), a diversità degli Etf che investono in panieri diversificati di titoli azionari e obbligazionari di società che operano nel mondo delle materie prime (oro, petrolio, ecc), si concentrano su un’unica materia prima (indice o singolo sottostante), mentre gli
Etn (Exchange Traded note) consentono di investire in valute e tassi.
Multiasset: comprendono un mix di titoli: azionari obbligazionari e settoriali, consentendo di investire nello stesso tempo in diversi mercati con un solo ETF, aumentando la diversificazione del portafoglio e riducendo il rischio.
Tematici: consentono l’esposizione sui nuovi temi economici, sociali, demografici, ambientali, climatici, tecnologici. I cosiddetti megatrend, ovvero le forze economiche che stanno trasformando il mondo. Scegliere questi Etf vuol dire investire nel futuro e in un mondo migliore.
Esg : consentono l’esposizione ai titoli di aziende che nell’operatività rispettano i criteri ambientali, sociali e di corporate governance.
Smart Beta: replicano panieri composti da titoli scelti in base alla capitalizzazione di mercato o alla loro esposizione ad alcuni fattori come i dividendi, la volatilità, la qualità dei fondamentali.
Attivi, a diversità dei passivi che replicano un indice, sono gestiti da un professionista che, come nei tradizionali fondi comuni d’investimento, che l’obiettivo di sovra performare il benchmark di riferimento.
Long e Short Con gli etf si può puntare al rialzo con i cosiddetti Etf Long e al ribasso con gli Short Con i Long si guadagna se l’indice fa performance positive. Con gli short si guadagna se l’indice perde.
Strategie di portafoglio con gli Etf
Strategie di portafoglio grazie all’ampia varietà di classi e sottoclassi, alla flessibilità e alla liquidità, con gli Etf è possibile realizzare tutte le strategie di portafoglio che però richiedono una certa competenza. Ecco alcuni esempi:
1 Combinare ETF passivi quelli che replicano mercati più interessanti e fondi attivi, Questa strategia consente anche di ridurre i costi medi del portafoglio.
2 Impostare la parte centrale del portafoglio, detta core, con Etf molto diversificati e orientati al lungo termine e contemporaneamente investire la componente del portafoglio satellite in Etf più tattici che richiedono una maggiore movimentazione in base alle diverse condizioni di mercato. Ad esempio sovrapesando o sottopesando determinati paesi, settori e aree geografiche.
Profitti e Tasse
Profitti: ci sono due tipi di ETF: a distribuzione e ad accumulazione. I primi accreditano l’interesse o il dividendo all’investitore con cadenza regolare: trimestrale, semestrale o annuale, assicurando un regolare flusso di liquidità. Gli ETF ad accumulazione reinvestono i guadagni automaticamente nel fondo, aumentando il valore dell’investimento nel tempo.
Tasse :L’imposta di bollo sul guadagno generato dagli Etf (capital gain) è del 26% ad eccezione degli Etf obbligazionari governativi che applicano la stessa tassazione dei titoli di stato: 12%.
Dove si comprano gli Etf
Gli ETF vengono negoziati sui mercati regolamentati e per l’Italia il mercato di riferimento è ETFplus, gestito da Borsa Italiana e che permette l’accesso a tutti gli operatori registrati.