Mps il miliardo raccolto dalla conversione bond-azioni non basta. I dettagli dell’operazione.
Per la ricapitalizzazione di Monte dei Paschi di Siena il miliardo raccolto dalla conversione obbligazioni – azioni non basta. Così con il benestare della Consob Mps, ultimo atto chiama a raccolta anche i piccoli risparmiatori.
Ecco le 11 obbligazioni coinvolte nell’operazione
Bank of New York Mellon Luxembourg (Fresh MPS Capital Trust II) XS0180906439 (acquistabili al 20% del valore nominale)
Le obbligazioni acquistabili all’85% dal valore nominale
Antonveneta Capital Trust I XS0122238115
MPS Capital Trust I XS0121342827
Antonveneta Capital Trust II XS0131739236
Intanto ricordiamo la proposta Mps
Le obbligazioni acquistabili al 100% del valore nominale
Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. IT0004352586
Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. XS0236480322
Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. XS0238916620
Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A XS0391999801
Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A XS0415922730
Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A XS0503326083
Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A XS0540544912
Ricordiamo la Proposta Mps
Per realizzare l’aumento di capitale, necessario per salvare l’istituto, Montepaschi di Siena ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto su 11 obbligazioni subordinate, del valore complessivo di 4.2 miliardi di euro, con l’obbligo per i risparmiatori che vi aderiscono di reinvestire il corrispettivo incassato in azioni Mps in modo da poter realizzare l’aumento di capitale da 5 miliardi di euro. Mps è disposta a pagare le obbligazioni a un prezzo superiore all’attuale quotazione, riconoscendo l’85 % del valore nominale per le subordinate Tier1 (quelle più rischiose), il 100% per quelle Tier2 e il 20% del valore nominale per il riacquisto di una piccola obbligazione la Bank of New York Mellon Luxembourg.
Vantaggi e rischi dell’operazione
Il vantaggio apparente era il prezzo di acquisto superiore alla reale quotazione delle obbligazioni, soldi che però dovevano obbligatoriamente essere investiti in azioni, diventando così azionisti di Mps, quindi la convenienza poteva esserci nel caso di una grande adesione all’operazione da parte dei titolari delle obbligazioni con il conseguente raggiungimento dell’importo di cinque miliardi necessario per l’aumento di capitale.
Il rischio : se l’operazione non avesse esito soddisfacente le banche del consorzio potrebbero sottrarsi all’impegno di garantire l’aumento di capitale con la conseguenza di non riuscire a realizzare l’aumento di capitale. In questo caso Mps potrebbe essere sottoposta “ad azioni straordinarie da parte delle autorità competenti, che potrebbero includere l’applicazione degli strumenti di risoluzione”. Ovvero il fallimento, che coinvolgerebbe azionisti e obbligazionisti di subordinate.
Il bivio: l’obbligazionista coinvolto, è messo di fronte a un bivio, che gli esperti riassumono così: aderire e assumersi il rischio sul capitale, o non aderire con il rischio che il complesso della ricapitalizzazione non riesca e ci sia quindi il bail-in dell’istituto e il probabile azzeramento degli stessi titoli subordinati.
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