L’acuirsi delle tensioni in Nord Corea quali effetti avrebbe sui mercati finanziari e sugli investimenti? I consigli.
Le ultime settimane sono state caratterizzate dall’aggravarsi della situazione in Corea del Nord. L’acuirsi della tensione ha portato molti a chiedersi quale potrebbe essere l’effetto di un peggioramento della crisi. Di certo non è la prima volta che la Corea guadagna le prime pagine dei giornali: questa volta ciò che è diverso rispetto al passato sono: gli sviluppi del programma nucleare e gli armamenti nella disponibilità del regime di Kim Jong-Un che potrebbero arrivare a minacciare il territorio statunitense. Ovviamente questo no significa che ci troviamo alle soglie di una guerra catastrofica. Da un’analisi razionale della situazione l’escalation non è nell’interesse di nessuno, anche se dare per scontata la razionalità delle parti in causa, specialmente quando una di esse è il giovane dittatore Kim, potrebbe essere un errore fatale. Il manuale della guerra fredda suggerisce che le armi atomiche servano principalmente come deterrente, come uno strumento difensivo estremo per garantire l’esistenza del proprio Stato.
Dall’altra parte gli Stati Uniti sanno bene che un intervento sarebbe complesso senza mettere a rischio i propri alleati: Corea del Sud e Giappone prima di tutto. Ciò vuol dire che la situazione è avviata verso uno stallo? Sarebbe di certo prematuro affermarlo, anche se l’ipotesi di una guerra distruttiva resta poco probabile.Il problema coreano potrebbe tornarne a ridimensionarsi, ma potrebbe anche rimanere sullo sfondo per molto tempo.
Le conseguenze di un conflitto sui mercati finanziari. Il cigno nero
Le conseguenze di un conflitto potrebbero essere sicuramente severe. In questi casi, le strategie usuali di controllo del rischio, come la diversificazione, hanno dei limiti.
Di certo è difficile dire con precisione quanto i mercati abbiano inserito nelle loro valutazioni la probabilità di un evento del genere, anche perché il problema coreano non è una novità della politica internazionale, ma è difficile dire se i mercati abbiano già preso in considerazione la peggiore delle ipotesi sul campo. Infatti, nelle ultime settimane non abbiamo visto vendite di asset class più rischiose, le valutazioni non sono scese e anche l’aumento della volatilità che ha caratterizzato la seconda metà di agosto non è durato a lungo.
Si potrebbe pensare che i mercati non abbiano la capacità di valutare un evento di bassa probabilità, ma di elevato rischio, un cosiddetto cigno nero. Questo è vero nella maggior parte dei casi, ma il contrario logico di questo argomento porterebbe ad evitare di investire perché una catastrofe naturale potrebbe colpire il pianeta, affossando i mercati azionari. Si potrebbe anche sostenere che i mercati non considerino l’ipotesi di un conflitto realistica e che la convinzione generale veda il buon senso prevalere.
I consigli: Cautela è la parola d’ordine
- non cedere ai catastrofismi , evitando investimenti
- ma è meglio evitare di caricarsi di asset class rischiose, senza però focalizzarsi sulla crisi nord coreana che potrebbe rimanere sullo sfondo ancora al lungo ed essere apprezzato gradualmente dai mercati.
- costruire una strategia che permetta di sfruttare i dati macro nel medio periodo. Ricordando, però, che ci sono sempre dei limiti alla diversificazione, almeno finché non saremo in grado di diversificare su un altro pianeta.
*Chief investment Officer di Moneyfarm
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