L’Arabia isola il Qatar, mentre l’Opec rinnova il cartello. Il petrolio crolla. L’oro mantiene le posizioni. Euro e dollaro attendono Bce e Fed. La sterlina apre in calo.
Come sempre succede le Borse non risentono degli attacchi terroristici e l’apertura della settimana lo conferma. In particolare il FTSE100 inglese ha aperto la prima sessione settimanale solo con un lieve calo dello 0.07%. Diverso è il discorso per le piazze asiatiche che risentono dell’interruzione del dialogo tra Arabia Saudita e Qatar, accusato di favorire il terrorismo, mentre il prezzo del petrolio scende del 10%, dopo il rinnovato accordo del cartello OPEC
Franco svizzero e yen, le valute bene- rifugio.
Sul mercato valutario i classici bene-rifugio come il franco svizzero e lo yen giapponese non hanno visto forti movimenti dopo gli ultimi attentati di Londra. L’attenzione degli operatori è concentrata sulla riunione della BCE che si terrà l’8 giugno a Tallinn. In particolare il rapporto dollaro Usa/CHF evidenzia una delle situazioni tecniche più interessanti sul mercato valutario, in quanto con la forza evidenziata la settimana scorsa ha superato al ribasso l’importante resistenza di area 0.9650 dirigendosi ora verso area 0.9500 / 0.9530.
Euro/Yen
Il rapporto euro/yen si mantiene stabile dopo il recente calo di volatilità che rappresenta una fase di distribuzione dei prezzi dopo il forte rally che ha portato le quotazioni da 115 all’attuale 124. La forza dell’euro potrà continuare soprattutto se nella conferenza di questo giovedì Mario Draghi farà capire che la BCE sarà meno dovish a partire dalla fine del 2017 e iniziasse il riallineamento con la politica monetaria della Federal Reserve. La quale inevitabilmente dovrà procedere a nuovi aumenti dei tassi.
Euro/Usd
Al momento vediamo l’ euro /Usd verso un nuovo test della resistenza di area 1.1283. L’economia europea sta continuando a fornire segnali di miglioramento (il dato relativo al PMI è stato visto ancora al rialzo nell’ultima rilevazione di aprile a 56.4 dai 56.0 precedenti, dove 50 segna il livello di spartiacque tra fase di recessione ed espansione economica). Tuttavia il livello di inflazione core rimane ancora basso (rilevato a 0.9% rispetto al precedente 1.2%), pertanto gli operatori vorranno capire quando effettivamente i tassi potranno iniziare a risalire e soprattutto a quale ritmo andranno avanti gli acquisti dei titoli di Stato sovrani e non a partire da gennaio 2018.
Oro
Il metallo giallo mantiene il suo “stato di forma”. L’inversione di tendenza è iniziata quattro settimane fa con la ripartenza da $1220 e a nostro avviso rimarrà intatta fino al raggiungimento dell’importante resistenza in area $1294. In particolare il recente deprezzamento del dollaro ha reso più conveniente l’acquisto di questa asset class. Dopo il raggiungimento del target previsto, diventa opportuno liberarsi momentaneamente della posizione, in quanto il rally dei metalli probabilmente è destinato a una pausa mentre i livelli di inflazione core in Europa sono scesi dall’1.2% allo 0.9% . L’oro risalirà decisamente solo se le stime di inflazione saranno riviste marcatamente al rialzo. Sarà successivamente possibile procedere nuovamente ad acquisti del metallo giallo a prezzi più bassi rispetto a quelli attuali.
Petrolio
Situazione decisamente più instabile sul petrolio, le cui quotazioni hanno subito un calo del 10% dopo il rinnovato accordo del cartello OPEC che ha confermato il congelamento dei livelli di produzione per altri 9 mesi. Qui si è verificato non solo quello che si dice spesso sui mercati finanziari: buy on the rumor, sell on the news, ma la debolezza del prezzo è dovuta anche al fatto che nelle ultime settimane le scorte di petrolio greggio a livello globale sono scese. Si prevede però che risaliranno a breve per motivi stagionali. Potremmo però avere un’inversione di tendenza vista l’interruzione del dialogo tra Arabia Saudita e Qatar, accusato di favorire il terrorismo, Doha potrebbe pertanto rimanere isolata.
Riteniamo pertanto che i prezzi del Brent possano continuare ad oscillare nella forchetta $48 / $54 al barile. Da questi livelli è possibile procedere con piccoli acquisti trovandoci nella fascia bassa del canale di prezzi e presumibilmente dopo il recente scossono le quotazioni potrebbero risalire per effetto degli eventi geopolitici.
COME INVESTIRE
E’ possibile investire su tutti gli strumenti appena citati: valute oro e petrolio sia tramite i CFD proposti da diversi intermediari finanziari, i quali includono l’effetto leva e sono quindi adatti a investitori esperti, ma anche tramite ETF oppure ETC proposti da diverse banche, molto scambiato per esempio l’ETF con il ticker GLD per le contrattazioni sull’oro, quotato sulla borsa di New York
*Responsabile dello sviluppo del business per Swissquote