La sterlina crolla sotto la decisione di Boris Johnson di congelare il parlamento per oltre un mese. Alla sterlina non piace una Brexit senza accordo. Quale sarà dunque il futuro della moneta inglese?
Si inasprisce la crisi del governo inglese che ha dominato il mese di agosto. A dare il pesante scossone è stato Boris Johnson con la decisione di congelare il parlamento per oltre un mese. Con il benestare della regina Elisabetta, il parlamento britannico, infatti, resterà chiuso da metà settembre a metà ottobre (ovvero fino al discorso della Regina).
Con questa mossa, Boris Johnson vuole ridurre, se non azzerare, le tempistiche a disposizione dei parlamentari contrari a una Brexit senza deal che sono la maggioranza, come dimostrato nelle varie votazioni effettuate nella prima parte dell’anno.
E la sterlina reagisce…..
Così la divisa britannica è nuovamente sotto pressione sul forex market, anche se lo scenario resta estremamente fluido. I mercati, infatti, sembrano pronti a cogliere ogni sfumatura e ogni parola che possano far trapelare la possibilità di un accordo con l’UE per evitare il caos di una Brexit senza accordo. Si guarda con attenzione anche alle iniziative della Scozia per chiedere sentenze che sblocchino la chiusura del Parlamento
Dal punto di vista operativo, negli ultimi mesi la sterlina è stata oggetto di forti vendite, anche nelle fasi di risk-on sui mercati, arrivando a perdere fino al 9% contro l’euro dai massimi di inizio maggio, con un’interminabile serie di 14 settimane consecutive di ribassi che aveva spinto il cross euro/sterlina ai massimi degli ultimi due anni in area 0,93.
I segnali legati a una possibile apertura dell’asse franco/tedesco per le trattative sul backstop fra Irlanda e Irlanda del Nord aveva ridato ossigeno al pound, riportando il rapporto fra euro e sterlina in area 0,90. Ma poi è arrivato l’affondo di Boris Johnson, che è costato alla sterlina una perdita di circa l’1%.
Quale futuro per la moneta della Regina?
E’ difficile fare previsioni. La valuta inglese resta in balia delle notizie sulla Brexit. Gli operatori vendono sterline ogni volta che sembra più probabile una Brexit senza deal, mentre acquistano, dando vigore alla valuta inglese, quando l’accordo sembra più vicino.
A questo punto la vera sfida pare appunto legata al raggiungimento di un accordo, con il rischio di grande volatilità per le prossime settimane con l’avvicinarsi della scadenza fatidica del 31 ottobre, termine ultimo per negoziare un deal fra UK ed EU sugli accordi commerciali post Brexit.
*Capo analista ActivTrades
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